Storia della Società Italiana di Psichiatria
La Società Italiana di Psichiatria (SIP) discende dalla Società Freniatrica Italiana che fu fondata nel 1873 da Andrea Verga, il famoso neuroanatomo neuropsichiatra. La Società Freniatrica si è riunita a Roma, nel Congresso degli Scienziati dei 1873 e successivamente nel 1875.Nel 1875 venne fondata la Rivista Sperimentale di Freniatria, che fu l’organo della Società. Solo nel 1932 la vecchia Società Freniatrica assunse il nome ufficiale di Società Italiana di Psichiatria con membri illustri come De Sanctis, Cerletti, Donaggio, Mingazzini e G. Cesare Ferrari, pioniere della psicologia in Italia. La maggior parte dei soci erano professori di neurologia e psichiatria e la neurologia dominava il campo di queste discipline. Esistevano sporadiche Cattedre di clinica psichiatrica (Napoli,Torino, Roma, Pisa) poi inglobate, nel 1933, nella clinica delle malattie nervose e mentali. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Congresso di Taormina dei 1948 fu forse l’ultima occasione in cui si ebbe una netta prevalenza neurologica, mentre in quello successivo, svoltosi a Genova nel 1959, un numero consistente di psichiatri provenienti dagli ospedali psichiatrici entrò nel consiglio della Società. Altra sorgente di dilatazione della Società italiana di Psichiatria fu, seppure indirettamente, la separazione, avvenuta nel 1965 nel corso dei I Congresso di neuropsicofarmacologia, della Scuola di specializza Ione di malattie nervose e mentali in neurologia e psichiatria, fonte di avvicinamento di molti altri medici alla Società Italiana di Psichiatria. Successivamente l’introduzione, nel 1967 all’Università di Milano, del primo insegnamento complementare di psicoterapia, fu un chiaro segno della tendenza espansiva dei riconoscimento della psichiatria che si allargava anche alle aree affini. Naturalmente la costituzione di nuove Cattedre di psichiatria e dei relativo personale ha fatto confluire nuovi soci alla Società Italiana di Psichiatria. Continuando lungo l’iter annunciato al Congresso dei 1968, Franco Basaglia e i suoi collaboratori esercitarono un’azione originale e incisiva per una riforma rivoluzionaria e globale, che si tradusse, dopo un iter tormentato, nella legge 180 del 1978. La legge 180 ha avuto ormai conferme nazionali ed internazionali e costituisce la base dell’attuale assistenza. Gli aspetti più importanti di questa riforma sono:
1) ha abrogato le leggi 1904-09
2) ha disposto la chiusura degli OP nel senso di impedire ogni nuovo accoglimento Il provvedimento è di complessa attuazione, ma si sta avviando a completamento;
3) ha allargato il campo dell’assistenza e ha fatto in modo che essa si basasse maggiormente sul diretto contatto con la popolazione;
4) ha incluso la psichiatria nel Servizio sanitario nazionale e l’ha introdotta nella struttura dell’ospedale generale (SPDC);
5) ha fatto sì che l’assistenza si attui a un livello di comunità
Praticamente ora la grande maggioranza degli psichiatri è iscritta alla Società Italiana di Psichiatria che riunisce il 30% dei colleghi provenienti dalle Università ed il 70% dai Servizi territoriali. Attualmente la Società Italiana di Psichiatria raccoglie quasi 8000 soci. Entrambe le componenti partecipano alle decisioni riguardanti le attività di salute mentale e gli indirizzi di formazione e di informazione.
(estratto dal sito: https://www.psichiatria.it/chi-siamo/storia)